Una gara da brividi, in linea con la stagione

La Juventus vince a Venezia per 3-2 e conquista così la qualificazione alla prossima Champions League conseguente al 4° posto in classifica. È stata una gara comunque in linea con la stagione dei bianconeri, una stagione pazza che rischiava di lasciare solo le macerie. L’approccio alla partita non è stato quello delle grandi squadre, tanto è vero che dopo pochi secondi la Vecchia Signora è andata sotto nel punteggio. Per fortuna, la reazione c’è stata e anche dopo il gol annullato ad Alberto Costa, la Juve ha continuato a martellare fino a quando non ha trovato le reti di Yildiz (9 gol e 7 assist in stagione) e Kolo Muani che l’hanno ribaltata.
Le sensazioni sono sempre e comunque state quella di una squadra umorale, in grado di fare diversi gol ancora, ma anche di prenderne per via di una fase difensiva, al netto delle assenze importanti, comunque svagata e disattenta. È così che è arrivato il gol del pari del Venezia al 55’, dopo una serie di errori singoli e di reparto che onestamente non sono da Juventus. Per fortuna, la squadra ha avuto la verve per reagire ancora trovando la rete del definitivo 2-3 con Locatelli su calcio di rigore. Anche se non sono mancati i brividi pure nel finale, quando Yildiz gestisce male un pallone perdendolo anziché andare verso la bandierina nel recupero, così come Vlahovic che regala sostanzialmente un pallone e una nuova azione agli avversari nonostante fosse entrato da poco.
Insomma, limiti già visti e rivisti ed ereditati da Igor Tudor, cui va il merito di aver comunque dato uno spirito a questa squadra che non aveva. Se si eccettua la partita del Tardini di Parma, la sua Juve ha avuto sempre l’atteggiamento giusto. Il tecnico croato ha preso una squadra nel baratro e l’ha portata in Champions League con una media di 2 punti a partita, contro gli 1,67 del suo predecessore. A fine gara dal Penzo è stato molto chiaro: senza rinnovo per la prossima stagione, non andrà al Mondiale per Club. Ed è giusto così. Posto che tutto il progetto va ridiscusso e qualcun altro dovrà dare spiegazioni, se non pagare in prima persona i macroscopici errori di un’annata ai limiti della sciagura.
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