Juventus, adesso o mai più: a Bologna si gioca la stagione (e la faccia)

Juventus, adesso o mai più: a Bologna si gioca la stagione (e la faccia)TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 08:35Primo piano
di Massimo Reina
fonte Gazzetta dello Sport
Dopo il passo falso di Napoli, la squadra di Spalletti arriva al Dall’Ara con l’urgenza di una scossa: il quarto posto non è un miraggio, ma serve coraggio.

La Juventus arriva a Bologna con la valigia piena di dubbi e un biglietto di sola andata per la verità. In Europa, contro Bodo/Glimt e Pafos, la squadra ha respirato aria buona, come se la Champions avesse aperto una finestra in una stanza chiusa da mesi. In Serie A, invece, il passo falso di Napoli ha rimesso tutto in discussione, come un compito rifatto bene ma consegnato in ritardo.

Come riporta oggi la Gazzetta dello Sport, ora c’è il Dall’Ara, che non è più il campetto tranquillo delle gite fuori porta: è un campo in salita, con il fiato corto e gli specchi retrovisori che raccontano cosa accade alle spalle. E alle spalle la Juve sente il respiro pesante di chi vuole soffiarle via il quarto posto. Spalletti ci arriva guardando molto, parlando poco e pensando parecchio. Thuram – quello alto, forte, elegante nei movimenti ma ancora un po’ timido nella convinzione – ha giocato solo gli ultimi minuti in Europa. Potrebbe tornare dal primo minuto, ma Miretti, ragazzo che sembra ascoltare il pallone prima di toccarlo, sta vivendo un periodo in cui ogni scelta pesa e gli riesce più naturale. Il tecnico lo stima, e la stima di un allenatore vale più di mille statistiche.

Sugli esterni può cambiare qualcosa. A sinistra scalpita Kostić, rimasto per novanta minuti seduto come un passeggero dimenticato sull’autobus. Da quando Spalletti è in panchina ha segnato due gol, e questa Juve non può permettersi di lasciar fuori troppa spinta per semplice prudenza. Ogni metro è importante, e sul lato mancino i metri li fa lui. La Gazzetta parla di rotazioni, ma qui la parola “rotazioni” rischia di diventare un eufemismo elegante per dire che manca ancora una vera identità. Bologna, con la sua aria buona e il suo pubblico caldo, è la cartina tornasole: o la Juve dimostra di aver capito dove deve andare, o resta ferma nel traffico delle sue incertezze. A volte, nelle stagioni storte, ci sono partite che non portano punti: portano risposte. E questa, per la Juventus, è una di quelle. A spalle dritte, respiro profondo e niente scuse: la strada è davanti, non altrove.