Tudor a DAZN: "Con l'Inter sfida che vale più di tre punti. E su Vlahovic dico..."

A DAZN Ciro Ferrara ha intervistato Igor Tudor, suo ex compagno in bianconero e attuale tecnico della Juve. E ha parlato del suo passato da calciatore: "La Juve in quegli anni vinceva in Champions, era una cosa irreale. Era una molto particolare vedere Zidane allenarsi solo in un campo con gente che lo preparava. Sono cose che a me sono rimaste di quegli anni là. Portavamo sempre la porta noi e anche i palloni noi. Adesso sono in 30 a portare la porta e i palloni. Tempi diversi. Adesso è molto più difficile. Voglio parlare di Birindelli, Pessotto, Montero, Ferrara e Del Piero. Alex si arrabbiava molto se si perdeva anche solo la partitella in allenamento. Il famoso stile Juventus. Io nella vita faccio sempre la stessa cosa, insegno con i fatti e con gli esempi. Poche parole e coerenza di non girare la testa quando qualcuno sbaglia. Stare sempre sul pezzo in allenamento, la partita è la cosa più facile".
Mentre parlando di Juve attuale, ha commentato così l'ottimo rientro in difesa di Gleison Bremer: "Ha un'importanza enorme sotto tutti i punti di vista: come giocatore e come leader. Lo spogliatoio ha bisogno di lui e del suo carisma. È un ragazzo buono come il pane, si mette sempre a disposizione. Con Ferrara e Montero sarebbe stato titolare? A due forse no, ma a tre si (sorride, ndr)". Poo sul suo ruolo ha detto: "Ho sempre avuto questa cosa di non aver dato tutto quello che potevo e da quando ho iniziato ad allenare a 31 anni ho sognato di allenare la Juventus, mi sentivo in debito con questo club".
Poi ha spostato il focus sul derby d'Italia e le aspettative per questa stagione: "Questa partita vale più di tre punti, a me viene più facile preparare queste gare. L'Inter è una grande squadra, ha giocatori già maturi, che arrivano con un bagaglio importante. Noi ci giochiamo le nostre carte, vogliamo andare con i nostri punti di forza e lavorare sui punti deboli. Poi vediamo chi sarà più bravo. Scudetto? È ovvio che questa squadra può lottare per vincerlo. Io all'inizio di stagione in un paio di riunioni ho parlato della possibilità di vincere il campionato e degli obiettivi, poi chiudo la porta e non ne parlo più per tutta la stagione. Io parlo solo di cose concrete perchè parlare di obiettivi non serve, bisogna raggiungerli non parlarne".
Poi focus su Dusan Vlahovic: "È una situazione molto particolare la sua con il contratto in scadenza. Gli farà molto bene, ha 25 anni, si sta ancora costruendo come persona. Le migliori annate sono davanti a lui, è a metà della sua carriera. Giocatore forte, è stata importante la sua crescita e l’ha fatto da solo, ha trovato la forza di essere concentrato e sul pezzo in un momento super difficile. Io provo a dargli amore quando gli serve amore, e quando gli serve il bastone gli do il bastone". Mentre su Kenan Yildiz: "L'altro giorno parlavo con loro e ho notato che a Yildiz non dico mai niente davanti agli altri, perché fa tutto quello che deve fare sempre. A lui raramente diciamo qualcosa, sia dal punto di vista del gioco sia dal punto di vista dei comportamenti. La differenza la fa quella interiore motivazione che uno ha per arrivare e per fare, che deve esserci tutti i giorni. Yildiz sta dimostrando di farlo e spero che continui così. Ha tutti gli attributi per diventare davvero un top".
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