Tudor parla da precario, ma a Madrid la Juve dimostri di avere un'anima

Nessuna persona dotata di intelligenza chiede alla Juve di Tudor di espugnare il campo del Real Madrid. O meglio, non può essere una pretesa. Ci mancherebbe. La squadra però deve dare un segnale di vita sotto il profilo emotivo, anche e soprattutto in chiave campionato. Uscire con le ossa rotte dal Bernabeu darebbe un colpo forte all'autostima e alle certezze della truppa. Evidentemente non molte. Così si complicherebbe anche il cammino in campionato, verso l'obiettivo Champions League, praticamente un obbligo per i noti motivi di natura economica. Senza un sussulto ci sarebbe, inoltre, un altro colpo alla panchina dell'allenatore, già traballante. Insomma, Igor e i suoi ragazzi devono dimostrare di avere un'anima, da qualche partita latitante. Senza una scossa, il rischio di una stagione fallimentare è concreto.
La Juve riuscirà ad invertire la rotta con un allenatore sostanzialmente precario? Durante la conferenza stampa di ieri, il croato ha lanciato una frecciatina a stampa e anche alla società (Comolli era presente), quando ha rivendicato la bontà del suo lavoro e ha cercato alibi rispetto al calendario. Sembravano parole di chi è consapevole di essere seduto su una panchina fortemente traballante, malgrado la dirigenza pare gli abbia dato tempo fino alla prossima pausa per le Nazionali. Vedremo. Detto del tecnico, dalle responsabilità non vanno esclusi i giocatori, anzi sono loro gli attori a scendere in campo. Siamo alle solite. La maglia bianconera ha un peso superiore a quello delle altre e non tutti sono in grado si sopportarlo. Nei momenti di difficoltà come questo, bisogna tirare fuori qualcosa di più. Certo, la sfida contro il Real è molto complicata, ai limiti del proibitivo. Proprio in una circostanza come questa, però, si vede chi è da Juve e chi invece, meglio cambi aria.
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