Di Gregorio quante parate contro i suoi detrattori: esame Juve superato

La tradizione della Juve rispetto ai portieri è inarrivabile a livello mondiale, la scorsa estate Di Gregorio era chiamato dunque ad un esame estremamente complicato. Possiamo dire superato. Eppure era sbarcato alla Continassa accompagnato dal solito scetticismo. “E' una scelta di Motta solo perché sa giocare con i piedi”. Questo il refrain, limitativo, ai limiti dello sprezzante. Tra campionato e Coppe qualche indecisione, ma prevalgono le prestazioni ben oltre la sufficienza. Michele è stato bravo, malgrado la tenuta difensiva di tutta la squadra non fosse impeccabile. L'infortunio di Bremer certo ha contribuito, ma non si è trovato mai un vero equilibrio. Al termine della Serie A, 35 gol incassati dai bianconeri, 12 in più del Napoli campione d'Italia. Le statistiche personali di DiGre, considerando tutte le competizioni, dicono questo: 47 presenze, 4229 minuti giocati, 48 gol subiti, 19 volte la sua porta è rimasta imbattuta. E un intervento top nel finale del match a Venezia ha evitato il pari degli avversari, contribuendo di fatto alla qualificazione della squadra in Champions League.
Il salto di qualità di Di Gregorio è avvenuto al Mondiale per Club, torneo attraverso cui si sperava soprattutto nella resurrezione di qualche elemento, leggi Koopmeiners. L'estremo difensore milanese, 28 anni tra 17 giorni, è stato uno dei migliori tra i bianconeri, guadagnandosi il diploma di “portiere da Juve”. Una risposta a chi lo ha criticato sin dall'inizio, ritenendolo non all'altezza di un club così prestigioso, tanto più pensando al suo predecessore Szczesny. Nella disfatta contro il City ha poche colpe, anzi grazie a lui si è evitata una sconfitta di dimensioni epiche. Piuttosto è da dimenticare la fase difensiva di tutta la truppa. Michele è stato “man of the match” per distacco anche contro il Real Madrid. In questo caso, scongiurata un'altra figuraccia, grazie alle sue parate: dieci totali, di cui almeno cinque decisive.
La rassegna iridata statunitense dunque ha segnato lo step di crescita definitivo di questo ragazzo. Alla faccia dei tanti detrattori. Per carità, condizionati da un passato di portieri top, ma troppo frettolosi nel bocciarlo. Dopo la fine del campionato, qualche media parlava addirittura di possibile cessione. Di Gregorio non si è scomposto, non ha mai palesato cedimenti, al contrario ha dimostrato personalità, elemento necessario per chi deve custodire la porta, tanto più se indossa la maglia della Juve. In casa bianconera sta diventando di nuovo preminente l'aspetto caratteriale dei giocatori. Solo così si può ricostruire un gruppo solido, in cui magari spicca qualche leader. Chissà, uno dei deputati potrebbe essere proprio il portiere cresciuto nelle giovanili dell'Inter. Qualcuno lo accosta a Peruzzi, in realtà lo ricorda solo nel fisico. Di Gregorio può e deve deve migliorare ulteriormente, come tutti i giocatori della rosa. Nel frattempo, complimenti per la promozione. E una raccomandazione: niente voli pindarici.
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