La meglio “Giuventus” e quel pizzico di esaltazione sognante!

La meglio “Giuventus” e quel pizzico di esaltazione sognante!TUTTOmercatoWEB.com
domenica 7 gennaio 2024, 20:19Editoriale
di Roberto De Frede
Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro. (Bob Dylan)

Nonostante l’errore veniale e meritevole d’indulgenza, fatto dai ragazzi del liceo D’Azeglio di Torino quando nel 1897 battezzarono la neonata squadra con la J, anziché con la corretta I, Juventus rimane per tutti traduzione di quella gioventù sempreverde, manipolo di giovani vincenti sui campi di calcio di ogni angolo del mondo. Va rammentato, spezzando una lancia a favore di quei “ragazzotti” timorosi del latino, che a quei tempi era invalsa l’abitudine, poi abbandonata, di scrivere ad esempio in italiano jeri e ajuola. Oriundi che arrivavano in Italia e emigranti che la lasciavano, per rafforzare da un lato la loro italianità e dall’altro per lasciare aulicamente latina la parola, la chiamavano simpaticamente Giuventus, esportandola oltreoceano.

A differenza della meglio gioventù pasoliniana… quella composta da giovani che si accingono a partire per l'estero in cerca di lavoro andando incontro all’ignoto, sapendo che non ci sarà per loro mai più vera allegria e che dovunque andranno, porteranno con sé la nostalgia del paese e la sensazione di esserne stati scacciati ingiustamente… A differenza dei tristi e realistici versi del poeta, ecco i valorosi “ragazzotti” allegriani, che dopo la sonante tennistica vittoria in Coppa Italia contro la Salernitana, sono sempre più immersi nei colori bianconeri e con piena lode meritano l’avverbio di modo, quello col grado di comparativo di maggioranza, forzatamente usato come aggettivo che fa tanto sognare, ad accompagnare la loro verde età: la meglio gioventù.

Una squadra giovane, ma non acerba, tanto è che il gruppo è granitico e soltanto con la maturità si riesce a materializzare in campo il motto tanto caro a Dumas e ai suoi moschettieri: tutti per uno, uno per tutti. Fino a qualche mese fa i giocatori, spaesati nel rettangolo verde, per muoversi avevano bisogno del colpetto a punta di dito, come fossero pedine a dondolo del Subbuteo; finalmente oggi anche il movimento senza palla, un fondamentale, è stato acquisito dalla squadra.

I saggi professano la calma, consigliano di non esagerare nell’esaltarsi, però non esageriamo... Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato, si legge nel Vangelo secondo Luca, ma non credo che entusiasmarsi per il giovane Yildiz sia un peccato, anzi è insito e naturale nell’animo del tifoso paragonarlo ai grandi del passato, perché in noi è viva la memoria storica che riporta le immagini del presente a sensazioni vissute, rivivendole. Se ne facciano una ragione quelli che si sforzano a non voler guardare la storia, i gol del turco anche ad un cieco avrebbero riportato alla mente le pennellate fatate di Alessando Del Piero e la leggerezza ovattata di Roberto Baggio. Il suo dribbling finalizzato al gol, contro il Frosinone e la Salernitana è di per sé poetico: il sogno di ogni giocatore, condiviso da ogni spettatore, è partire da metà campo, dribblare tutti e segnare. Se, entro i limiti consentiti, si può immaginare nel calcio una cosa sublime, è proprio questa. Non succede spesso, ma quando accade e non state sognando, è un sogno meraviglioso.

Dopo l’ennesimo e ignobile sVARione a favore dell’Inter, i nerazzurri sono campioni d’inverno, titolo che vale quanto quelli di cartone affissi al loro albo d’oro. Assegnerei lo scudetto quest’anno più al Var che non ad una squadra di calcio, visto l’assoluto delirio d’onnipotenza della macchina infernale… Mi sovviene una riflessione: ma perché dare poi tutta la colpa alla tecnologia? Forse sono i macchinisti a non essere del tutto immacolati!

La Juventus oggi è chiamata all’operazione Avalanche, lo sbarco a Salerno, stavolta non per liberare la penisola, ma per ribadire che quei “ragazzotti” sono la meglio Giuventus, e non passeggere comete. Nelle Metamorfosi Franz Kafka ci ricorda che la giovinezza (Juventus…) è felice, perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque conservi la capacità di cogliere la bellezza non diventerà mai vecchio e si esalterà, perché capace di sognare… fino alla fine.

Roberto De Frede