Ritorno al futuro..

Ritorno al futuro..
Oggi alle 11:15L'endovena - dritto al cuore del problema
di Fabrizio Rizzo

La "maledizione del Benfica" è una credenza popolare secondo cui il club portoghese è destinato a perdere le finali europee a causa di una maledizione lanciata dall'allenatore Béla Guttmann nel 1962. Dopo aver vinto due Coppe dei Campioni consecutive, Guttmann chiese un aumento che non gli fu concesso e lanciò l'anatema, profetizzando che il Benfica non avrebbe vinto trofei europei per 100 anni. Da allora, il Benfica ha perso numerose finali europee, incluse otto finali di Coppa dei Campioni/Champions League e Coppa UEFA/Europa League.  Partendo dal presupposto che io non sono tifoso lusitano del Benfica, e verosimilmente nessuno dei milioni tifosi juventini lo sia,  assistiamo in queste ore ad un ennesimo periodo che tutt'altro che sereno e trionfale.. forse anche per noi si tratta di una maledizione ( la potremmo titolare la maledizione di Bremer dato che ad ogni infortunio la baracca prima scricchiola e poi crolla…) come quella dei portoghesi. Stiamo vivendo un ennesimo periodo di patatrac e di esoneri, che non tanto vanno a colpire,bruciandolo, l’ennesimo allenatore, ma contiene una morale molto piu' pesante  di quanto si possa pensare. Dopo esserci rifatti gli occhi a Madrid in tema di animosità, che c’entra poco con lo stile Juve e con il perdere dignitosamente ( la sconfitta di misura a Madrid non puo' essere annoverata come un trionfo, almeno per chi come me ha vissuto la "normalita' dell'incedere bianconero") , ci siamo trovati domenica sera a essere  per l’ennesima volta piegati da una squadra che non vedeva l’ora di riuscirci. Come ho avuto modo di pensare tre settimane fa, Como e Lazio hanno avuto più voglia e più carattere, e sicuramente più fortuna, ma l’hanno voluta dove noi invece  ci siamo incartati per l’ennesima volta. Assistiamo a un ennesimo capovolgimento di fronte, a un ennesimo esonero di un allenatore che , benché ampiamente prevedibile( quello dello scorso anno fu ampiamente applaudito con i favori dei milioni tifosi) non e' arrivato nemmeno al fatidico panettone. Il punto è che tutti noi siamo perfettamente consapevoli  che si sia trovato un ennesimo capro espiatorio, è stato posto l’accento su tutta una serie di mancanze che hanno fatto capo ai Igor Tudor, ma è anche vero che ci sono dei concetti da chiarire.  In primo luogo che in campo non vanno gli allenatori ma i giocatori e se è vero che una parte di questi non sono stati scelti dal croato, 

non vedo come sullo stesso possano ricadere tutte le colpe.  Ma accettare una campagna acquisti fatta da altri e' abbastanza grave, soprattutto quando gli eventi ti sono avversi e li usi come alibi.  D’altro canto trovare un colpevole dopo l’ennesima disgraziata figura pessima, era doveroso, non fosse altro per placare gli animi dei piu' facinorosi. Non possono essere attribuiti alla proprietà le pessime giocate di David che con un colpo di testa innesca l’azione del goal vittoria della Lazio, non possono essere attribuite alla proprietà le colpe di una difesa colabrodo sull’uno a zero del Como, non possono essere attribuite alla proprietà le involuzioni ( anche dialettiche) da Aprile dello scorso anno al periodo attuale. Ma senza peccare di presunzione posso dire serenamente che le colpe  della proprietà sono altrettante... unico merito invece ( e non poco)  di avere sempre ricapitalizzato all'inverosimile. È inutile tornare indietro e continuare a maledire il giorno in cui  andò via Marotta, però la somma di tutti gli atti di presunzione ci riconduce al peccato originale,  ossia cacciare in malo modo uno degli artefici di  una restaurazione Bianconera dal 2015 in poi. L’avere continuato a pensare che un direttore sportivo valga un altro, o che è un direttore generale valgo un altro sottolinea  megalomanie,  limiti ed incompetenze catastrofiche che sono allo stato attuale sotto gli occhi di tutti. Dall’anno del COVID siamo costretti a una girandola di allenatori che neanche le squadre dilettantistiche. Abbiamo presuntuosamente affidato un calcio moderno a Sarri, poi sostituito da un calcio innovativo giovane con Pirlo, poi sostituito da un calcio pragmatico e molto meno pirotecnico con Allegri, a sua volta mandato per pensieri troppo catenacciari e sostituito  da  Motta che, essendo interista e non juventino andava sostituito con Tudor, e adesso forse con Lucianone. Tutto questo è un modo di fare ansioso, ansiogeno, immaturo, capriccioso, prosciugato e ridotto ai minimi termini dai propri limiti. Se tracciamo una linea ideale su tutto ciò che è stato fatto dal 2020 ad adesso, evidenziamo con mestizia un occhio sistematico al bilancio e agli stipendi dei giocatori, il che da un lato potrebbe anche essere corretto in ottica di un calcio piu' sostenibile  (i soldi non sono nostri e non abbiamo idea di quanto sia stato importante sudarli), però se un giocatore è un campione o se è un normalissimo titolare, o se è un fenomeno,  la differenza di merito va pagata e quindi non si può andare a fare pedissequamente il discorso di una equiparazione verso il basso degli stipendi. Io non sono un economista e nessuno dei tifosi forse  lo è,  ma il frutto che mangiamo attualmente, è amaro ed acido ed è stato nutrito non da fonti meritocratiche ma da una escalation a ribasso. La classifica attuale ci vede dove siamo, perché  meritiamo di essere dove siamo, perché non siamo più la signora del calcio italiano, non sappiamo più come ci si impettisca di stile juve. Abbiamo perso il bandolo della matassa , abbiamo perso la bussola,  e non sappiamo più orientarci nel mare magnum del calcio moderno, dove si bada al VAR,  ai rigori non assegnati,  e non a una visione di insieme del calcio giocato. Sarei un disonesto se non  sottolineassi che diversi sono stati torti arbitrali in queste prime giornate e che probabilmente hanno decapitato la guida tecnica come la esclusiva vittima dello sfacelo bianconero.  I fatti di Verona e il rigore non dato contro la Lazio gridano vendetta, ma sarei altrettanto disonesto se sottolineassi solo quelli come elemento chiave di una serie di eventi nefasti, che nulla hanno a che vedere con la Juventus. Più volte ho scritto che dobbiamo dimenticare la Juve che fu, e dobbiamo attualizzarla un periodo contemporaneo.  Ma non si può ritenere che questa marmaglia di giocatori in casacca siano giocatori degni di tale squadra. Delle due l’una…. se non ne sono degni perché spendere tanto per fare numero? E se ne sono degni, abbiamo sbagliato totalmente dalla campagna acquisti . A questo punto ci troviamo nuovamente nella situazione  di un capovolgimento di governo, dove le colpe sono sempre degli altri e la presunzione globale non porterà assolutamente a ritenere che il futuro, fatto in fretta e furia, potrà rivelarsi ulterioriormente roseo ( anche se, banalmente, c'e' chi e' pagato per dircelo alla nausea). E' anche questo il nodo, scegliere con la fretta, perché si deve comunque e' il compito assegnato, dovendo mozzare la testa a qualcuno, potrà portare ennesimi errori, su errori, su altri errori del passato.  Questa crescita esponenziale di errori di presunzione  non porterà frutto. Del Piero che ha spesso dichiarato che alla Juve mancano campioni ( sono convinto come lui che meglio un campione l’anno che 7 discreti giocatori) può non avere nessun ruolo federale né in Juventus FC,  ma esprime  un libero pensiero, e se è espresso da un campionissimo che ha vinto icome lui, io personalmente lo ascolto, financo a dargli credito . Se non si inverte velocemente la marcia, se non ci si fa  un bagno di umiltà, saremo costretti ad anni, che dico... probabilmente lustri, di totale anonimato.. non è una questione legata esclusivamente al vincere ma all’aumentare lo spessore  di cui siamo fatti, a lievitare i sogni che abbiamo carezzato, a non disintegrare sistematicamente oltre un secolo di storia e di tradizione. È inutile rimpiangere l’avvocato Agnelli, lui fa parte di un calcio passato che non tornerà mai più, ma come non torna per noi non dovrebbe tornare per le altre, ed invece scelte più accorte più mature da parte di altre squadre,  vedasi gli odiati rivali nerazzurri, li porta verso lidi insperati. Rimanere sotto la gestione Agnelli, per noi dovrebbe  rappresentare un vanto ed un orgoglio, forse l’ultima delle grandi famiglie  italiane che ha trasformato un sogno in realtà’. Avere la certezza che il peggio sia finito è l’inizio dell’errore sistematico che porta a soluzioni estreme. Non sono sicuro che domani sia un buon domani,  ma sono certo che se si continua così il periodo nebuloso si farà ancora più fitto. Poi mettiamo pure come condimento  l’elemento sfortuna ( Giuntoli artefice del megaNapoli viene a Torino da dove va via Manna, vedi che scherzi fa il destino!) ma non ho mai creduto che la sfiga sia la totalità dell’evento causale ( basti pensare che si sono succeduti allenatori,  giocatori e dirigenti per fare sempre buchi nell’acqua… mentre il proprietario che innesca tutta sta girandola resta lì….). Ultima considerazione che col pallone c’entra poco.. Nel 1962 Papa Giovanni XXIII fece il Il "Discorso alla Luna" , Papa diventato poi famoso per la sua semplicità, il suo calore umano e il suo messaggio di pace, amore e fratellanza. Il suo significato risiede nell'emozione che suscitò tra i fedeli in tutto il mondo grazie all'uso di un linguaggio colloquiale, quasi da padre, che trasmetteva un senso di vicinanza e affetto universale. La frase più celebre e iconica è l'invito a dare una carezza ai propri figli dicendo "Questa è la carezza del Papa". Bene…. Da domani non sono mica tanto sicuro che TUTTI i tesserati Juve meriteranno un carezza.