Crisi-Juve: il momento più buio degli ultimi 10 anni. E Allegri resta

Crisi-Juve: il momento più buio degli ultimi 10 anni. E Allegri restaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 20 settembre 2022, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti

Juventus è sempre stato sinonimo di vittorie dal 2011/12. Prima Conte a cui si deve la rinascita bianconera con il tricolore sul petto, poi Allegri con il suo quinquennio, Sarri con l’ultimo scudetto, il nono consecutivo, l’avvento di Pirlo senza titolo italiano ma con due trofei in bacheca, poi più nessuna coppa da alzare al cielo. Annata disgraziata quella passata con  Max Allegri, archiviata velocemente, ma questo inizio di stagione indecoroso addolora, imbarazza e rende schiumante di rabbia tutto il popolo bianconero. Allegri ancora in panchina, grandi propositi per tornare ad essere competitivi, cosa quasi mai vista nella scorsa stagione, una campagna acquisti con nomi importanti, dichiarazioni di belligeranza sul campo, poi quello che nessuno si attendeva: un filotto di gare con prestazioni a dir poco impresentabili, con la “perla” finale di una sconfitta a Monza incommentabile, causa l'assoluta pochezza mostrata sul campo dalle maglie bianconere.

Un momento terribile, il più buio degli ultimi 10 anni che lascia attoniti e sconcertati per tanti fattori, a Monza è andata in scena una rappresentazione orrorifica di ciò che la Juve non è più. Zero carattere e grinta, zero anima, squadra raffazzonata e inerme, improduttività sotto rete e una debacle assurda contro una matricola che mai aveva portato a casa i tre punti in serie A. La gente juventina chiede a gran voce l’esonero di Allegri, gioco misero, poco fruttifero, condito da prestazioni imbarazzanti, per non parlare dello scarso sfruttamento di giocatori arrivati a Torino con la patente di fenomeni, e che ora sono rattristati e astemi sotto porta. Ogni riferimento a Vlahovic non è puramente casuale. Una situazione magmatica, incandescente e sinceramente impensabile, che relega la Juve ad un bottino misero: 10 punti in graduatoria in 7 gare di campionato, 1 punto in meno rispetto all’avvio scadente di una stagione fa, ma soprattutto una squadra che non pare tale. Nel calcio moderno si parla spesso di gruppo, di coesione, di unità d’intenti, di capacità di trasformare le parole e le figuracce in rabbia sul prato verde, invece niente di tutto ciò.

Si osservano le partite di Madama e si percepisce il nulla cosmico. Una situazione molto grave che ad oggi preoccupa tantissimo tutti, senza dimenticare gli zero punti nel girone di Champions. Come se ne esce da un frangente come questo? Ardua risposta, nessuno, compresa la società ha certezze in tal senso. Per il momento due sono le mosse della dirigenza, la conferma di Allegri con fiducia (a tempo) per tentare la risalita, e un nuovo interfaccia a livello di staff atletico, visti i numerosi infortuni muscolari, segno che qualcosa non quadra sin dal primo momento. Maggior responsabilità in termini d'azione e decisioni è stata conferita a Giovanni Andreini, ex preparatore di Donadoni, che in sinergia con i vari staff, lavorerà, con mansioni operative, per migliorare la performance dei giocatori; lui arrivato alla Juventus nel mese di luglio come supervisore. La fiducia ad Allegri, confermata da società e dal presidente Agnelli, fa leva sulla responsabilizzazione e l’orgoglio di riscossa di un allenatore che deve trovare i rimedi per uscire, molto in fretta, da una crisi che lui, in primis, ha contribuito a rendere reale.

Per il momento in casa Juve nessun avvicendamento in panca, ma nel calcio contano solo i risultati ecco perché non si può totalmente escludere altri scenari in seguito: ad Allegri è stato chiesto d’invertire la tendenza sin dalla prossima gara con il Bologna, ora sta a lui tentare di sanare la pesantissima situazione. Con la speranza che queste due decisioni si rivelino propedeutiche a risollevare la Vecchia Signora e risolvere i problemi di una profonda crisi. A oggi le mosse in casa Juventus sono queste, si riparte da qui, ora toccherà direttamente ai diversi interpreti tra guida tecnica, giocatori, staff e dirigenza, renderli funzionali non solo a parole ma con i fatti. La rotta va invertita, immediatamente.