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Seconda vittoria consecutiva (e non succedeva da tanto tempo alla Juventus), la prima di Luciano Spalletti da tecnico subentrato da quando allena. Non era affatto scontato contro questa Cremonese di Davide Nicola che fin qui ha fatto un ottimo percorso. Ovvio che con una sola seduta con la squadra Spalletti non potesse incidere chissà come dal punto di vista tattico, ma ha sicuramente lavorato sulla testa dei giocatori.
Già con l’Udinese, la squadra è parsa avere uno spirito diverso da quello visto nelle ultime settimane con Igor Tudor, quasi che il tecnico croato facesse da freno ai giocatori. Non so se il precedente allenatore fosse un alibi per i giocatori, ma ora non lo è più e devono darsi da fare, perché tutti si giocano la permanenza alla Juve. E casualmente le prestazioni dei singoli e del collettivo sono migliorate negli ultimi 180 minuti.
A Cremona il primo tempo è stato a senso unico, con tante giocate pulite dal punto di vista tecnico. E quando giochi bene tecnicamente, anche se non hai il tempo di imparare degli schemi a memoria, ti vengono fuori belle azioni, come quelle che dopo il vantaggio di Kostic avrebbero dovuto portare la Vecchia Signora a fare almeno altre due reti solo nella prima frazione di gioco.
Non aver chiuso il match nei primi 45’, ha portato inevitabilmente a un secondo tempo più complicato, in cui la Cremonese ha alzato il baricentro, costringendo la Juventus ad abbassarsi e soffrire un po’ di più. Anche dopo il gol del raddoppio, strameritato e che stava anche stretto per quanto prodotto in generale. Il gol dell’1-2 di Vardy è stata l’ennesima conferma che questa squadra sia tutt’altro che guarita e che appena vede i fantasmi si impaurisce. Per fortuna, stavolta la gestione fino al triplice fischio finale è stata più matura. Su questo Spalletti avrà molto da lavorare, ma come dichiarato nelle interviste post partita sembra aver capito già tutto: “il mondo Juve ha un peso diverso da altre squadre e certi giocatori lo subiscono”. Amen.
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