Corto muso ancora "in panchina" e Allegri lancia la sfida di "guardie e ladri". Vlahovic è tornato quello di Firenze

Corto muso ancora "in panchina" e Allegri lancia la sfida di "guardie e ladri". Vlahovic è tornato quello di FirenzeTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 17 gennaio 2024, 16:27Editoriale
di Vincenzo Marangio
I bianconeri battono il Sassuolo e si portano a -2 dall'Inter, il tecnico livornese rigetta la metafora della lepre di Marotta e la rimpiazza con quella geniale del "guardie e ladri". Intanto Vlahovic trova bellezza e continuità

"Se ci sentiamo dei cacciatori dietro una lepre? Beh, è chiaro che se c'è una lepre che scappa c'è qualcuno che la insegue, è come guardie e ladri, i ladri scappano e le guardie inseguono....". Il sipario si può chiudere qui, se ci fosse uno scudetto della comunicazione andrebbe assegnato di diritto ad Allegri con un girone d'anticipo. Una metafora geniale che ribalta totalmente il goffo tentativo di Marotta di spiegare i continui aiuti arbitrali a favore dell'Inter, l'ironia che non lascia spazio a nessuna altra replica e che racconta più di quanto non si possa diplomaticamente dire. Davanti qualcuno scappa, si considerano lepri, ma possono essere anche ladri che vogliono portarsi a casa qualcosa senza pagarla e allora le guardie inseguono per fare giustizia. Sono le 23.35 mentre scrivo, e la pittura comunicativa è appena stata consegnata agli Uffizi per essere esposta ad imperitura memoria,e non oso neanche immaginare domattina quali saranno le risposte della suscettibile parte in causa.

Come guardie e ladri, l'Inter scappa e la Juve non smette di inseguire e lo fa sfuggendo anche dai fantasmi del passato quello recente datato 23 settembre 2023 (un 4-2 per i neroverdi condito di papere bianconere) e quello più lontano risalente al 2015 quando la Juve dei record sembrava essere svanita e invece si ritrovò vincendole tutte fino al titolo. Per carità, nessuna similitudine con quella super squadra, se non il fatto che dalla sconfitta dello scorso 23 settembre la Juventus, tranne tre pareggi, non ha perso un colpo. Frutto dello schiaffo che ha risvegliato l'orgoglio, sicuramente, ma frutto anche del lavoro e di una crescita di squadra dal concetto di spogliatoio a quello di squadra. Un unicum che ha sostituito l'accozzaglia di campioni, veri, ex o presunti, che hanno affollato negli ultimi tre anni l'Allianz Stadium. Questa è la Juventus del NOI che si contrappone e sovrappone all'IO; è la squadra del Vlahovic che non sbuffa più mandando al diavolo i compagni che non gli servono la palla ma che dà una mano, si fa trovare e valorizza quel poco o tanto che gli capita. Questa è la squadra di Rabiot che corre per 3, di Locatelli che si sacrifica per tutti, di McKennie che rompe e cuce e di Yildiz che brilla e fa brillare in attesa del miglior Chiesa. Questa è una Juve operaia che sta riscoprendo anche il piacere di divertire e divertirsi senza perdere di vista il principale obiettivo: la vittoria.

Vittoria che non è sfumata neanche ieri sera e che apre la strada ad un nuovo (più duraturo) sorpasso che può andare in scena domenica sera contro il Lecce dove una vittoria averbbe un peso enorme e si trasformerebbe in una spada di Damocle sulla testa dell'Inter fino al giorno del recupero della gara che non giocherà il prossimo week end per via della SuperCoppa Italiana d'Arabia. Ma ora tocca continuare a correre affinché le guardie acciuffino i ladri....