Solita Juve e solito vizio del pareggio
Col Torino l'ultima vittoria allo Stadium, ad inizio novembre, poi è vero che la Juventus non è mai uscita sconfitta in quindici giornate, ma è altrettanto significativo che ne ha pareggiate troppe, prima e dopo: totale nove, di cui ben cinque in quello che un tempo era il suo fortino quasi inattaccabile. Tanti pareggi e poche vittorie a dimostrazione di un qualcosa che ancora non gira a dovere. Il rendimento è basso per una squadra costruita, anzi rifondata, per essere da subito competitiva. Le sole vittorie in casa con Como, Lazio e appunto Torino spiegano bene la situazione oltretutto se rapportate, in generale, al basso numero di gol realizzati. Appena 11 in 8 partite casalinghe, leggermente meglio in trasferta dove si è giocata una partita in meno e segnato due gol in più. Il problema del gol, e non del nome dell'attaccante, è evidente e comincia a diventare il vero rompicapo per il neo allenatore.
Costruzione – La squadra di Motta, anche con l'ottimo Bologna, ha mostrato carenze in fase offensiva. Condizionata certo anche dal ristretto numero di giocatori a disposizione, il maggior dispendio di energie è stato richiesto per proteggere il reparto difensivo messo spesso alla prova dalla forte pressione degli avversari. Una situazione che ha tolto lucidità nelle ripartenze. Locatelli utilizzato da scudo mostra la sua efficacia fino a quando non va a corto di ossigeno, soprattutto se non supportato dal compagno d'appoggio. A dimostrazione che l'impiego di Thuram, in questo momento e in questa emergenza, sembra quasi una necessità. Fagioli, in teoria, avrebbe dovuto spostare l'ago del baricentro un pochino più avanti, ma al momento sembra ancora la brutta copia del giocatore tanto invocato fino all'anno scorso. Col City si dovrebbero rivedere Douglas Luiz e McKennie dando così soluzioni anche a partita in corso.
Koop – Primo gol in bianconero per Teun, a suo modo, con le sue capacità di inserimento e di saper leggere il momento per entrare in area ibero da marcatura. L'ultima rete in serie A era arrivata in Atalanta-Salernitana sei mesi fa. Koopmeiners è diventato così il terzo giocatore di nazionalità olandese – dopo Davids e De Light - a segnare almeno una rete con la maglia della Juventus. Ancora troppo poco per cantare vittoria, il suo gol ha contribuito a raddrizzare la partita, ma le sue prestazioni – diversamente dall'impegno – lasciano aperti tanti interrogativi. Il primo su tutti se davvero ha solo bisogno di tempo o anche di essere collocato in campo in un modo a lui più congeniale. La squadra ha cominciato a cercarlo di più e dai suoi piedi sono passati un numero maggiore di palloni. Troppo decentrato o vicino all'unico attaccante salva solo la forma, ma gli nega spazio per creare superiorità e occasioni, per lui e per i compagni. Anche se il problema vero è l'impiego di un solo attaccante che costringe la coperta ad allargarsi sulle fasce e a stringersi verso il basso, lasciando solo chi deve buttarla dentro.
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