Cambio di modulo per cercare di uscire dal momento nerissimo

Cambio di modulo per cercare di uscire dal momento nerissimoTUTTOmercatoWEB.com
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martedì 20 febbraio 2024, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
Juve che non sa più vincere, manovra involuta, improduttiva e fase difensiva insoddisfacente: il cambio di sistema può giovare

La vita è mutevole, le cose cambiano, spesso in maniera velocissima, incontrollata e quasi incontrollabile. Il calcio certamente non sfugge a questo assioma con il bisogno di farsi trovare preparati e pronti per porre rimedio, ritrovando la retta via. Il campionato della Juventus, prima della gara casalinga contro l’Empoli, veniva lodato da tutti per numeri, risultati e atteggiamento di una squadra che aveva spiazzato gran parte dei pronostici di inizio stagione; da quel pari è successo il patatrac, con la Vecchia Signora che non sa più vincere, subisce tanto e ha perso terreno in classifica. 4 gare, 2 sconfitte, 2 pareggi, 5 reti beccate, solo 3 realizzate, numeri impietosi associati soprattutto a risultati che, tralasciando la sfida al Meazza contro l’Inter, hanno regalato profonde disillusioni contro le cosiddette piccole, portando via tanti, troppi, punti ai bianconeri. Sul podio delle recriminazioni e delle dure critiche, assolutamente nitide e opportune, il pareggio casalingo contro l’Empoli, la sconcertante sconfitta interna contro l’Udinese, e il deludente 2-2 al Bentegodi. Smarrite tutte le certezze su cui si poggiava la squadra di Allegri, forza mentale, compattezza, fame, squadra corta e difesa tetragona, difficile da perforare, tutto sparito in soli 360 minuti. Considerando lucidamente che la Juve occupa ancora la seconda piazza in campionato, solo perché il Milan è crollato a Monza nell’ultimo turno, altrimenti la classifica sarebbe ancora più negativa. E allora serve un aggiustamento, un cambiamento immediato, una sterzata decisa, una scintilla per provare a invertire la rotta, mutando l’inerzia di una squadra che, probabilmente, con l’abito tattico del 3-5-2 ha dato tutto ciò che poteva dare sul terreno di gioco.

Allegri, più per disperazione che per formula pensata, ha provato a variare a partita in corso contro l’Udinese nel secondo tempo, non raccogliendo nulla in verità, riproponendo la modifica nella seconda frazione contro il Verona, innescando qualche timido segnale che almeno ha prodotto un paio di occasioni da rete: importante quella di Chiesa al minuto 88, vanificata da una grande parata di piede del portiere scaligero. Il momento buio e nerissimo va lasciato alle spalle, e anche in fretta, insomma non c’è più tempo da perdere, il cambio di sistema ha assunto le vesti di una soluzione importante per cercare di tornare a regalare tonicità e chiarezza di idee ad una squadra depressa, svuotata, e senza più sfolgoranti cieli azzurri da inseguire sopra la propria testa. Il 4-3-3 significa rivoluzionare la costituzione della difesa e le modalità di copertura per portare attacchi sulle fasce, il 4-3-1-2 vuol dire inserire un ragazzo come Alcaraz dietro le punte; l’argentino nella mezz’oretta contro i gialloblù ha dimostrato di saper giocare di prima, leggere la manovra scorgendo il compagno smarcato, sciorinando tanta voglia di mettersi in luce: tutte caratteristiche che possono portare una scossa di rilievo totalmente necessaria in questo momento. Il 3-4-3 o il 3-4-1-2 possono condurre ad un ibrido: mantenimento di alcuni concetti già conosciuti, mixati ad altri di nuova fattura, ora spetterà all’allenatore scegliere quale metodo possa rivelarsi più efficace per il gruppo, l’importante è che si modifichi immediatamente l’assetto, perché il momento lo richiede. Un nuovo modulo potrà portare ad esclusioni di pedine che hanno giocato tanto con un rendimento poco proficuo, Kostic su tutti ma non solo lui, perché il bene della Juve viene prima di tutto e tutti, come gli obiettivi ancora da raggiungere.

Il 4-3-3, messo in campo già due volte negli ultimi secondi tempi, è il sistema che può e deve dare nuova linfa ad una squadra che, oltre a dover rinsaldare la fase difensiva, deve provare a rendere elettrizzante la manovra di un attacco che crea poco e segna ancora meno. Allegri, nel 2017, dopo la caduta di Firenze varò un 4-2-3-1 che gli permise di mettere in campo tutta la qualità che aveva a disposizione (Dybala-Mandzukic-Higuain), oggi sarebbe ideale creare un connubio tecnico-tattico, schierando insieme tutte le doti di Yildiz, Chiesa e Vlahovic, con una variante importante come quella di Alcaraz, mezzala destra di inserimento, con il mirino sulla porta. Mai come in questo momento, per raddrizzare un’evoluzione negativa, la Juve deve plasmarsi su un nuovo atteggiamento, con la ventata di freschezza nel modulo che può diventare una componente basilare, fondamentale, da attuare subito, senza indugiare ulteriormente. Una celebre canzone di Fiorella Mannoia recitava una locuzione memorabile, “come si cambia per non morire”, un verso più che mai attuale, che si confà alla situazione cupa e buia che ha attanagliato la Juventus. Il cambio di modulo magari non risolverà tutti i problemi, ma in questa situazione diventa vitale per cercare di fornire uno scossone, ad alto wattaggio, nei confronti di una situazione paludata, che ha totale necessità di nuovo entusiasmo e di una svolta sul rettangolo di gioco, sia nelle concezioni di sviluppo della manovra, sia in fase difensiva e di finalizzazione. Il tempo scorre velocemente e non va sperperato, ora o mai più Mister Allegri.