L’insostenibile pesantezza della sentenza

L’insostenibile pesantezza della sentenza TUTTOmercatoWEB.com
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martedì 24 gennaio 2023, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti

Una mazzata tremenda, un’ingiustizia chiara. Così la Juventus continua a definire ciò che è accaduto venerdì sera, appena dopo le 21, da parte della Corte d’Appello Federale. Ci ha pensato il direttore generale e Ad Maurizio Scanavino, nel pre gara con l’Atalanta, a lanciare una sassata aguzza e sibilante: “Riteniamo questa sentenza iniqua e ingiusta. Molti hanno compreso che la giustizia federale può comportarsi in maniera sommaria”, lo ha ribadito stamane fortemente il numero uno John Elkann: "L'ingiustizia di questa sentenza è evidente in molti l'hanno rilevato anche di fede non bianconera, noi ci difenderemo per tutelare i tifosi della Juventus e tutti quelli che amano il calcio". Due dichiarazioni che si fondono per trasmettere un “sensus” di pura belligeranza societaria, in assoluto contrasto ad una giustizia lacunosa, sommaria, come quella perpetrata dalla Procura federale che ha riaperto un processo, che era stato chiuso con assoluzioni in due gradi di giudizio, trasformandolo in una sentenza in grado unico, e aumentando addirittura la richiesta iniziale di 9 punti, portandola a 15 di penalizzazione.

Un verdetto che ha fatto storcere il naso anche a parecchi esperti di diritto sportivo, che masticano quotidianamente l’argomento, e non solo ai tifosi di fede bianconera. In attesa delle motivazioni della sentenza, che sono la base su cui poggiarsi per cercare di capire, affinando le coordinate difensive, la domanda da porsi è molto semplice: con chi operava plusvalenze la Juventus? Ma soprattutto, alla luce di una penalità pesantissima come quella resa esecutiva, se la Juve viene accusata di plusvalenze illecite e fittizie, come può averle strutturate da sola, visto che per costruirle, gonfiando il valore di un cartellino di un giocatore, serve l’appoggio e il consenso di un altro club? Questo il vero quesito a cui va obbligatoriamente data una vera e reale risposta, rispettando il club e i suoi milioni di tifosi. Si proprio quel rispetto, che sembra mancare da sempre nei confronti della Juventus.

Intanto il Popolo Juventino, dopo pochissimi momenti di smarrimento, incastonati su un’acutissima rabbia, si è organizzato con ogni tipo di protesta per incarnare disgusto e totale dissenso verso questa ennesima ingiustizia, giunta dal tribunale federale, perché la ferita di Calciopoli sanguina ancora e ha lasciato sfregi vividi sulla pelle di ogni tifoso della Juve. Nel 2006 i social non esistevano, oggi sì, e allora via ad un tam tam pronto a sfrecciare fulmineo sul web, per accogliere accoliti e sostenitori di iniziative. Sono nate petizioni per disdire gli abbonamenti alle pay tv, proteste fuori dallo Stadium e un’iniziativa massiccia che coinvolge gli Juventus Official Fan Club dell’intero stivale: più nessun club sosterrà trasferte in altri stadi che non sia lo Juventus Stadium, invitando ogni tifoso bianconero a: “non rimpinguare le tasche di terze parti che mirano ad indebolire e sbeffeggiare la Juventus”. Disapprovazioni forti, ad altissimo significato, e soprattutto civili, senza nessuna deriva di altro genere. Gesti e piani che dimostrano come la tifoseria juventina cerchi unità e compattezza per rispondere in maniera consapevole e vigorosa, ad uno status quo che ha prodotto una sentenza nefanda e sommaria.

La Juventus è nata sola contro tutti, il Dna è sempre stato quello e lo racconta la storia, oggi il “popolo numerosissimo della Juve” cerca ardentemente unità e solidità, estrinsecate con forti proteste e azioni di massa, indirizzate direttamente al mondo del calcio e alla Federazione. In attesa del ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, che non potrà aumentare o diminuire i punti di penalità ma solo confermare o cancellare (si spera) l’ardita sentenza, la Juventus è sul piede di guerra e prepara la propria memoria difensiva, i tifosi sono determinati a non prestare il fianco a certe sentenze, non solo con parole o proclami, ma con iniziative tangibili, che si espandono a macchia d'olio, ogni ora di più. Sarà un periodo durissimo per la Juve, ci sono almeno altri due procedimenti a cui dovrà rispondere, ma una certezza sussiste: difendersi strenuamente, fino alla fine, non è un compito chimerico ma un obbligo solenne e sacrosanto.