Mister Tudor scatenato: finalmente qualcuno difende la Juve a spada tratta!

Ci sono giornate esaltanti, altre così così così, altre nefaste. A Verona la Juve di Tudor non è mai sembrata efficace, piuttosto una squadra svuotata, sulle gambe, priva di energie, slancio, lucidità e capacità di uccidere la partita. Tutto il contrario di ciò che avevamo occhieggiato fino al debutto di Champions, con una Juve tenace, agguerrita, belligerante, che non molla mai fino al triplice fischio finale dell’arbitro. La Juventus osservata a Verona è parsa una squadra sgonfia che nel primo tempo ha tenuto il pallino del possesso tra le mani senza riuscire a devastare il match, e nella seconda frazione una compagine pasticciona e goffa, disorientata dalle fulminee ripartenze avversarie che hanno rischiato di compromettere il pareggio ottenuto. Un 1-1 insoddisfacente ma la Juve nel secondo tempo non è mai stata incisiva, unica chance l'occasione di Vlahovic, poi davvero il nulla sottoporta e ben un paio di parate di Di Gregorio a sigillare il segno x; insomma era lecito attendersi decisamente di più rispetto al pari e patta giunto da Verona. Ma quando scendi in campo scarico con pochi segnali vitali, il rischio di mettere insieme una prestazione scialba e incolore diventa realtà. Una settimana con tre gare di elevatissima intensità, disputate in pochissimi giorni, hanno fatto sì che una squadra giovane e relativamente nuova come quella di Mister Tudor, si arenasse nei pressi della città scaligera. E fin qui ci sta l’analisi di una conduzione gara mai brillante, che ha fatto pagare dazio a Conceicao e compagni, lui sì elettrico e di grande qualità nell’occasione della giocata che ha scaturito il vantaggio bianconero. Poi però, abbandonate le vesti tecnico tattiche, bisogna spalancare un fronte doveroso e irrinunciabile sulla conduzione di un arbitro come Rapuano, rivelatosi semplicemente disastroso e inadeguato.
E al tifoso juventino di sapere che l’arbitro verrà declassato in serie B visto il suo operato catastrofico non importa nulla, ciò che brucia immensamente è aver dovuto prima subire, e in seguito sopportare e digerire decisioni ingiuste che hanno mutato definitivamente il corso della sfida. Perché di questo si parla, con il rigore su mani di Joao Mario, che non può mai esser comminato, anche se ormai con una regola nebulosa e indefinita tutto può venir sdoganato, e l’assurda non-espulsione di Orban che, dopo aver guardato e mirato volontariamente Gatti, lo ha colpito con una sbracciata voluta, mettendoci anche gomito e una discreta porzione di violenza. Questi i due capisaldi, i due palesi torti da considerare e da sottolineare strenuamente e vigorosamente: magari il risultato non sarebbe cambiato (il Verona ha pareggiato sul penalty concesso), ma certe storture non possono e non devono essere sottaciute o peggio sopportate. E allora ci ha pensato Mister Igor Tudor a scoperchiare i misfatti e a presentarsi furioso ai taccuini e ai microfoni dei colleghi, gridando la sua Vergogna per due danni, irreparabili, che hanno inesorabilmente indirizzato il match. Va per l’ennesima volta ribadito con una Juve, in giornata floscia, incapace di attaccare la porta gialloblù nel secondo tempo, per rimediare ai danni arbitrali patiti. Tudor ha giustamente sentenziato davanti alle telecamere delle varie tv, concetti apparsi lapalissiani sul campo, non riscontrati da un arbitro e una sala Var a dir poco scellerati e scarsi nelle scelte finali; a proposito se l’arbitro dell’incontro verrà declassato, l’addetto al Var Aureliano e l’Avar Massa dovrebbero venir fermati per parecchio tempo. Visto che proprio loro avevano a disposizione tante immagini e da diverse angolazioni: hanno toppato clamorosamente e vanno fermati, anche rapidamente. Il comportamento spontaneo e genuino di Tudor e la denuncia urbi et orbi degli errori perpetrati, ha stappato un contenitore mefitico e pressurizzato che da tempo i tifosi della Vecchia Signora attendevano di veder finalmente aperto, basta con i silenzi, basta con la nonchalance, basta con l’atteggiamento di chi vuol apparire superiore, fingendo di dare poca importanza ad alcune scelte arbitrali e del Var, totalmente discutibili e sbagliate.
Se si verificano chiarissime situazioni a sfavore quelle stesse vanno messe subitaneamente in evidenza, denunciate pubblicamente sulla ribalta mediatica e circolettate in rosso, guai a far passare sotto silenzio errori chiarissimi che oltre al danno creano la beffa. Perché in questo Paese il silenzio equivale ad una colpa, il non reagire mai corrisponde al “prego si accomodi”, un atteggiamento non più tollerabile dopo quel che si è visto al Bentegodi. Le parole rabbiose, indignate, di Igor Tudor vanno scolpite nel basalto e indicano una misura ormai colma da anni, ecco perché l’allenatore bianconero ha aperto i boccaporti sui due episodi, con dichiarazioni che appaiono incontrovertibili da chiunque, a meno che qualcuno non sia manifestamente in mala fede: “È una vergogna. È una cosa vergognosa, un rigore così lo possono dare solo quelli che non hanno mai giocato a calcio” E sul secondo episodio, ancora più facilmente punibile, il Mister bianconero ha giustamente rincarato la dose:” Ero davanti, l'ho visto io e l'arbitro mi ha detto che il giocatore veronese non ha caricato. Che bella cosa hanno inventato: uno può dare un cazzotto ma se non lo carichi non è rosso. Sono tanti anni che non si vedevano decisioni così. Se non dai rosso per questo: Orban non guarda niente, guarda solo il suo gomito. Una vergogna. Non voglio scuse, ma alla fine così si decidono le partite. Queste decisioni sono al 100% tutte e due sbagliate". Nulla da aggiungere, se non fosse che entrambe le decisioni di arbitro e sala Var hanno scritto un verdetto inappellabile e totalmente inesatto nei confronti della Juventus. Tudor non cerca alibi visto che la disamina dell’allenatore di Madama era stata fedele a riguardo delle poche energie di una squadra che voleva spingere ma era caduta in mancanze sia davanti che in mezzo; in definitiva la Juve, innegabilmente, doveva e poteva fare meglio.
Ma esistono i regolamenti e quegli stessi regolamenti vanno applicati alla lettera, non messi in pratica con interpretazioni fumose, cervellotiche, imbarazzanti e manchevoli. La Juventus esce fortemente danneggiata dalle decisioni arbitrali di Verona, la speranza per la prossima gara è che la squadra sappia reagire in maniera veemente e calcisticamente aggressiva, un po’ come succedeva in passato quando certi allenatori attaccavano sulle mura degli spogliatoi messaggi chiari a cui rispondere sul campo, che si tramutavano in vittorie brillanti ed esaltanti. Finalmente qualcosa si è mosso nell’ambiente ermetico di casa Juventus, la Vecchia Signora ha un allenatore che oltre a lavorare duramente per cercare di far giocare bene la squadra e far rendere al meglio la propria rosa, intende difendere la Juve a spada tratta, infischiandosene della forma e delle sofisticherie del bon ton: quando la misura è colma bisogna saper rispondere a tono. E l’ultima frase di Igor Tudor, sibilata a denti stretti, rappresenta un ordine programmatico che i tifosi juventini avrebbero voluto udire da tanto tempo:” …. se si subisce zitti e buoni.....” che succede? Accade ciò che abbiamo visto tutti sabato a Verona. Il silenzio in tante occasioni può sembrare d’oro, in Italia invece solo chi alza i toni delle proteste ottiene attenzione e considerazioni. E allora ben venga e sia benedetta la protesta acre, a tanti ottani, ma civile di Mister Igor Tudor, perchè per avere giustizia non conta nulla apparire simpatici, buonisti e tolleranti. Difendere la Juventus davanti a certi torti conclamati, è sempre più un dovere irrinunciabile e indispensabile.

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