Fondazione Jdentità Bianconera querela Chinè: "Deve spiegare perché persegue così pervicacemente la Juve. Prossimo step? Chiederemo la revoca dello scudetto 2005-2006 all'Inter"

La "Fondazione Jdentità Bianconera" ha querelato il procuratore federale Giuseppe Chinè per la disparità di trattamento nell'affrontare i casi plusvalenze che hanno visto coinvolte Juventus e Napoli. Lo hanno rivelato gli avvocatori fondatori Michele Patrisso e Massimo Durante in una lunga intervista esclusiva rilasciata stamane a Tuttosport. Queste le loro principali dichiarazioni:
"Siamo mossi dalla pressione dei nostri soci, per questo non potevamo non farlo. E così un nostro iscritto (Michele Durante, padre del legale Massimo, ndr) ha deciso di querelare e denunciare il dott. Chiné a mezzo di due nostri colleghi, legali della Fondazione. Perché lo ha fatto? Dopo le tante segnalazioni della Fondazione senza risposta, il signor Durante ha deciso di affondare il colpo presentando una vera e propria denuncia. L’obiettivo è capire esattamente il ragionamento fatto dal dott. Chiné nel perseguire così pervicacemente la Juventus e andando, a dire del querelante, col freno a mano tirato con le altre. Dopo decine di esposti, noi della Fondazione e tutti i tifosi, non solo juventini, cerchiamo una risposta. Anzi, cerchiamo di smuovere una montagna. I nostri compagni di fede ci scrivevano: basta! Qualcuno sostiene che gli esposti non servano a nulla, che vengano cestinati. A volte sì, a volte no. Quello su Chinè però, non è un esposto, come detto, è una querela, con la quale un iscritto ha voluto portare avanti quello che era un sentimento comune a molti dei soci, i quali ci dicevano: 'Non siamo avvocati, possiamo fare qualcosa?' L’abbiamo fatto fornendo l’assistenza al nostro iscritto per il mezzo dei nostri avvocati della Fondazione.
Cosa ci aspettiamo? Di capire. Perché ci sono alcune dichiarazioni che non tornano. Come quella a margine del convegno Sport e Legalità, del 2023. A proposito del caso Osimhen, dice: 'Se io dovessi ricevere dei documenti, degli elementi, come ho avuto sulla Juventus, allora potrei riaprire il processo nei confronti di altre società'. Per noi le prove ci sono. Peraltro, vogliamo e dobbiamo precisare che la querela è stata presentata prima dello scoop di Repubblica sul caso di Osimhen, con i messaggi tra i dirigenti del Napoli e quelli del Lille. E questo fatto ne dimostra il fondamento. Perciò? Ci saremmo aspettati che il Procuratore, con la stessa solerzia, velocità e implacabilità utilizzati sempre nei confronti della Juve, contrastasse le altre squadre.
Se contestiamo una doppia velocità di esecuzione della giustizia? È sotto gli occhi di tutti. Soprattutto dei tifosi, che chiedono a noi come sia possibile che qualsiasi cosa riguardi la Juventus venga trattata in questo modo. Lo dice pure Gravina in alcune dichiarazioni.
Se per noi c’è stato un atteggiamento garantista verso altre società? Noi vogliamo un atteggiamento garantista verso tutte le società. Pretendiamo la parità di trattamento. Se ci viene raccontato, come fa Gravina, che la giustizia sportiva debba essere veloce, lontana dalle lungaggini dei procedimenti penali, noi ci aspettiamo che ci sia identico trattamento nei confronti di altre società.
Se è per questo che denunciamo il Procuratore? No, per il semplice motivo che un comune cittadino italiano, Michele Durante, alla luce della documentazione che abbiamo esibito, ha ritenuto doveroso non tanto farsi delle domande sull’omissione dell’atto stesso, ma anche sulla mancata indicazione delle ragioni del ritardo.
Perché il firmatario della denuncia è un 93enne? Si tratta di una persona con estrema lucidità: rappresenta la volontà di milioni di tifosi, desiderosi di comprendere i motivi di questo silenzio. E non solamente tifosi bianconeri, prenda le dichiarazioni di Berruto, che non è certo juventino.
Perché citiamo Berruto? Più volte ha portato all’attenzione del Parlamento la necessità di una profonda riforma della giustizia sportiva per le evidenti storture nella sua applicazione. Ci sono anche le sue dichiarazioni in Parlamento tra gli allegati della denuncia e sono dichiarazioni pesantissime, perché è sotto gli occhi di tutti come la giustizia sportiva venga utilizzata contro il nemico di turno.
Chi era il nemico di turno tre anni fa? Andrea Agnelli.
Se per noi la giustizia sportiva è asimmetrica? Non asimmetrica, ma anacronistica. Siamo nel 2025, ma soprattutto in un’industria che muove miliardi: non possiamo farle governare da regole del Novecento, quando lo sport era dilettantistico e non incideva come fa adesso. Si torni su Arrivabene: è stata troncata una carriera, chi può dire che ancora oggi non sarebbe stato l’amministratore delegato bianconero.
Il nostro obiettivo? I tifosi della Juventus, e non solo, devono sapere, devono avere risposte e devono sapere della nostra esistenza. E qui ritorno su un punto cruciale: i supporters non sono soltanto dei clienti, perché se si stufano poi lasciano. Abbiamo tanti amici che non seguono più la squadra dal 2006: a loro non è stata raccontata la verità.
Quale tipo di rapporto immaginiamo con la Juventus? Siamo qui per collaborare, per indicare una strada. Per sostenere i diritti che sono dei tifosi, ma dei tifosi bianconeri. Proveremo, nel caso, a bussare. Non adesso che siamo qualche migliaio, ma quando saremo centinaia di migliaia. Così da dire: difendiamoci insieme. Colmiamo il vuoto creato dalla mancanza di azione in questo senso.
Se ci sentiamo necessari? La Juventus non si difende mai, per motivi che chiaramente non possiamo sindacare. Sono politiche stanno al di sopra delle nostre teste. Chieda a chi vuole: la risposta sarà che no, non son contenti di questo tipo di atteggiamento. Per questo stiamo all’erta e abbiamo pronto il prossimo step.
Quale sarebbe? Chiederemo alla Federazione di revocare lo scudetto all’Inter nel 2005-2006, perché con tutto quello che è uscito fuori, ogni singolo elemento, ci fa capire come lo scudetto non possa andare all’Inter. O meglio: vuoi toglierlo? Allora non assegnarlo a nessuno. La Corte di Cassazione dice che la classifica finale non è stata alterata".
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