Tether nel mirino: maxi indagine in Svezia per frode IVA sul mining di Bitcoin
Il nome di Tether, colosso mondiale delle stablecoin che gestisce asset per circa 186 miliardi di dollari ed entrato di recente nel dibattito pubblico anche per un’offerta legata alla Juventus, finisce al centro di un’inchiesta dal peso specifico enorme. A sollevare il caso è il Financial Times, che ricostruisce una complessa rete di operazioni societarie ora sotto la lente delle autorità fiscali svedesi ed europee.
L’indagine riguarda una presunta frode IVA su larga scala collegata alle attività di Peak Mining, società specializzata nel mining di Bitcoin quando era ancora controllata dalla tedesca Northern Data, di cui Tether è azionista di maggioranza. Secondo gli inquirenti, l’evasione potrebbe superare i 100 milioni di euro. A fine settembre la polizia svedese, in coordinamento con le autorità tedesche e sotto la supervisione della Procura europea (Eppo), ha perquisito diversi uffici del gruppo, incluso il data center di Boden, nel nord della Svezia. L’inchiesta ha già portato a quattro arresti.
Northern Data e Tether respingono ogni accusa, sostenendo di aver operato nel rispetto delle leggi. Intanto, dopo la cessione di Peak Mining, Northern Data ha avviato una fusione con Rumble, altra società vicina all’orbita Tether, in un’operazione che secondo molti osservatori segna la fine del gruppo come entità indipendente.
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