La Juve deve cambiare marcia a partire dalla Champions

La Juve deve cambiare marcia a partire dalla ChampionsTUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
Il pareggio interno con l'Atalanta ha sollevato perplessità e dubbi, Tudor si attende significative risposte dal centrocampo e non solo

Pazienza, equilibrio, calma, oggettività, termini sempre più in disuso nei discorsi legati al calcio odierno. In particolare quando si tratta di Juventus. Il pari interno con l’Atalanta ha provocato un’ingente alzata di scudi da parte di media e di tanti tifosi che si sarebbero attesi una sonora vittoria squillante, che ahinoi non è giunta. Però bisogna analizzare con freddezza gli eventi succedutisi sul prato dell’Allianz Stadium, lasciando da parte delusioni e aspettative andate in fumo. Facile parlare di due 1-1 consecutivi come atto di condanna nei confronti di Madama, serve altresì notare che i due pareggi consecutivi in campionato sono morfologicamente e diametralmente diversi per come sono giunti. A Verona sappiamo tutti cosa è accaduto in termini di torti arbitrali subiti, contro gli orobici invece, al cospetto di un buonissimo primo tempo chiuso immeritatamente in svantaggio, la Juve ha messo sul terreno di gioco una ripresa, fiacca, moscia e molle che solo il gol di Cabal ha scacciato via. Poi l’espulsione di De Roon ha mutato l’inerzia della gara, con la Juve inabile nel riuscire a siglare il sorpasso in extremis. Ecco, se proprio dobbiamo trovare analogie tra i due risultati, spiccano su tutto i due secondi tempi disputati, non al livello e decisamente non all’altezza della Juventus, che tutti avremmo voluto occhieggiare. A Verona il primo tempo non era stato brillante, contro gli uomini di Juric invece Madama ha messo in campo occasioni plurime e una fluidità di gioco appassionante che in ben tre occasioni non ha partorito la segnatura: il palo immediato di Kalulu dopo un minuto e rotti di gioco, il tiro deviato e fuori di poco di Thuram, la conclusione angolata di Adzic, ben parata dall’estremo avversario. Poi sappiamo tutti cosa è accaduto, l’errore madornale di Adzic, il gol di Sulemana, ma soprattutto una mezzora del secondo tempo senza scintille o bagliori necessari ad una squadra sotto nel risultato, che deve reagire e cercare di ribaltare le sorti del match.

E proprio da qui bisogna ripartire, sin dalla sfida impegnativa e ostica di Champions in casa del Villareal, che alcune stagioni fa buttò fuori i bianconeri dalla massima competizione europea. A Tudor si chiedono tre cose, dare un’impronta tattica che sappia fornire continuità di intensità nella prestazione, e un’interpretazione non troppo diversa nei due tempi a livello di rendimento, difetto atavico che la Vecchia Signora si porta addosso da alcune annate a questa parte, e una reattività in grado di tenere sempre alta la cifra della concentrazione e della fame di vittoria. Più facile a dirsi che a farsi, naturalmente. Tutte le critiche, o la maggior parte di esse, si concentrano sul modulo: perché non cambiare abito tattico vista la grande scelta di attaccanti e mezze punte presenti in rosa? Tudor, in conferenza stampa pre Inter, aveva detto espressamente di dover mettersi al lavoro, con grande impegno, per trovare nel tempo, una soluzione adatta alla grande abbondanza in avanti. Al momento tutto ciò non si è visto, segno che per il tecnico bianconero non è ancora giunto il momento per tentare l’azzardo della doppia punta sin dal primo minuto. La domanda che tutti i tifosi zebrati si pongono è: perché non cambiare sistema di gioco? La risposta appare più semplice di mille ipotesi o elucubrazioni, e ha un nome eloquente: si chiama centrocampo. La mediana della Goeba, nonostante alternanze, esperimenti e tentativi di rilancio di alcune pedine, appare valicabile, non dominante, poco compatta, con limitatissimo filtro e soprattutto non rappresenta il motore rombante che gira a mille, sostenendo al meglio le due fasi. Diventa difficile poter pensare ad un cambio di modulo che preveda il doppio attaccante, con Yildiz dietro le punte, senza il giusto supporto e copertura nelle retrovie. Locatelli e Thuram, la coppia titolare, per diverse vicende appare stanca e non molto efficace, Manuel contro l’Atalanta non è nemmeno entrato in campo, con tutta probabilità per preservarlo in vista del Villareal, Thuram dopo un inizio buono contro i bergamaschi, ha arrancato e si è spento come nel secondo tempo del Bentegodi, uscendo per un problemino al polpaccio, che lo tiene fuori dalla convocazione per la sfida di domani sera. Al pari di Bremer, due assenze assai pesanti in Spagna.

Koopmeiners, dopo un inizio positivo contro i suoi ex compagni, è ripiombato in una prestazione fatta di esigui squilli e tanta normalità priva di picchi qualitativi, Adzic, vista la sua giovane età, alterna cose buone ad altre bruttissime come nell’occasione della rete atalantina, mentre McKennie, subentrato con buona gamba, pare essere sparito dai radar della titolarità. Resta Miretti, che dopo l’infortunio muscolare patito nella sfida in famiglia agostana, potrebbe presto tornare tra i convocati e fornire il suo contributo: ma ad oggi non si è ancora visto. Insomma un quadro non certamente roseo e confortante, con il mercato di riparazione di gennaio, lontanissimo sullo sfondo. Mister Tudor dovrà fare del suo meglio per comporre una linea mediana di buon impatto sin da domani sera, cercando di invertire la parabola fondamentale di una squadra che necessita dei giusti equilibri per leggere i vari momenti, all’interno della partita. Certo, un centrocampo rafforzato in estate sarebbe stato propedeutico e auspicabile, le scelte di Comolli, invece, si sono concentrate su altri ruoli e uomini. E allora questo è il momento in cui servono soluzioni alternative, inventiva, sagacia e soprattutto il recupero totale del tulipano olandese su cui gravitano le speranze e gli auspici di tutto l’ambiente Juve; urge che Koopmeiners torni ad essere pedina efficace e pungente in mezzo al campo, come lo è stato ai tempi della Dea. Per cambiare marcia la Juventus ha esigenza immediata di trovare una mediana ferrea nelle posizioni e propositiva in fase avanzata, con Tudor chiamato a trovare le giuste contromosse per poter ovviare alle due assenze ponderose, stabilizzando prima, ed esaltando poi, le due fasi della propria compagine. Poi il Mister potrà lavorare ad un eventuale mutamento di assetto tattico che possa prevedere lo sfruttamento coordinato di due dei tre centravanti, di cui la Juve dispone in organico. Ora, però, servono risposte immediate per tentare di invertire la rotta e fornire maggiori sicurezze a tutto l’impianto, sin da domani sera all’Estadio de la Ceramica, contro i gialli del Villareal.