Contro il Real Madrid non basta far bella figura, bisogna provare a vincere

La durissima lezione con tanto di asfaltatura totale, subita dal City, sarà stata assimilata? Tra poche ore capiremo se la Juventus di Tudor ha saputo far tesoro di una serata devastante e demolente come quella subita dai ragazzi di Guardiola. Arriva il Real Madrid e l’ottavo del Mondiale per Club diventa perlomeno impervio, una partita complicatissima per la caratura degli uomini di Xabi Alonso e per le falle e le anomalie che Madama ha mostrato, ripetutamente, nel primo match di grande livello affrontato. Una compagine stradominata in tutte le zone del campo, con una retroguardia tagliata a fettine da Doku e compagni, un attacco improduttivo e assente, un centrocampo subissato che non è mai riuscito a prendere o a limitare il flusso impetuoso dei marosi, prodotti dagli avversari inglesi. Se facciamo mente locale, si sapeva dell’enorme divario tecnico tra le due formazioni, ma pochi si attendevano una gara nella quale la Juve è stata costretta a recitare il ruolo del punching ball, assoggettata completamente alle giocate dei Citizens, senza quasi mai riuscire a reagire, o a portare in avanti iniziative degne di questo nome. La Juve a livello di uomini e tasso qualitativo è la squadra che abbiamo conosciuto per tutta la stagione, ovvero quel team che, con fatica, ha strappato la qualificazione Champions a Venezia, negli ultimi 20 minuti del campionato; ergo era impossibile pensare che i valori tecnici espressi sul campo fossero lievitati a dismisura in appena un mese. Il gruppo-squadra è questo, a prescindere da alcune ottime prove individuali contro avversari di basso rango, vedasi i gol e i rendimenti di pedine quali Yildiz, Kolo Muani e Conceicao. Una società, infine, che ha presentato un gruppo alla competizione iridata senza aver ancora agito sul mercato, con nessun nuovo arrivo e con una situazione dirigenziale ancora in via di completamento: sono attesi il direttore tecnico e soprattutto il direttore sportivo, colui il quale sarà deputato a operare sul mercato, in piena sinergia con Comolli.
Poi ci sono le mosse dell’allenatore: Tudor ha fatto molto bene prendendo in mano un organico pietrificato nell’animo e nelle intenzioni, portandolo nell’Europa che conta, facendo l’impresa e raggiungendo l’obiettivo prefissato, ma contro il City non ha convinto il suo turnover con la scelta di schierare dall’inizio alcune riserve, immettendo i titolari solo quando il naufragio si stava completando. Ovviamente anche il Mister deve crescere in fretta, per fornire un’impronta migliore agli uomini schierati, operando delle scelte opportune a seconda delle sfide calcistiche che attendono i bianconeri; in attesa dei 3-4 rinforzi richiesti e di alcune cessioni che sembrano doverose. Igor Tudor è stato molto sincero nel post partita, come lo è da quando è giunto alla Continassa, e sebbene alcune sue dichiarazioni non siano piaciute ai tifosi, raccontano la vera realtà attuale della Vecchia Signora. La differenza tecnica e di costruzione della manovra tra la Juventus e il City, in questo frangente, è mastodontica, il livello è ampiamente diverso e anche il corso della parabola calcistica tra le due compagini imparagonabile: la Juve è per l’ennesima volta ancora un cantiere aperto con i lavori in corso, e si vede, con l’ennesimo nuovo progetto da completare e far decollare, il Manchester City, invece, con Guardiola in panchina ha fatto cose straordinarie dal 2016. Fatto salvo questo assunto, tutti i tifosi zebrati si attendono, ovviamente, molto ma molto di più dalla Juve e quindi da tutte le componenti, partendo dall’allenatore, passando per i giocatori, arrivando a società e proprietà. Il Real Madrid, nonostante il nuovo allenatore, è un altro club di quella stazza, un assoluto top club cannibale capace di vincere sempre e comunque in madrepatria, in Europa e nel mondo con pochissimi passi falsi, la Juve, insomma, è attesa da una vera e propria gara proibitiva. Di fronte alle maglie di Madama comparirà un avversario di livello mondiale, strutturato e forte in ogni reparto, dotato di campioni dalla qualità sopraffina, perché i Blancos sono indubbiamente una delle compagini più forti in circolazione, e per la Vecchia Signora sarà una sfida durissima, ad alto tasso di rischio.
Per la Juventus sarà fondamentale alzare il livello del proprio gioco, mettendo in campo determinazione, corsa e concentrazione, provando a sfruttare le proprie caratteristiche, evitando di farsi schiacciare e subissare come accaduto contro il City. L’obiettivo per Tudor e i suoi ragazzi deve essere categorico: disputare una partita intensa, di tanta personalità e gamba, cercando di contrastare le giocate madridiste, per poi tentare di assumere l’iniziativa, mantenendo equilibri e sostanza tra i reparti. Più facile a dirsi che a farsi, ma la Juve, per il nome che reca, per il blasone e la fama ultracentenaria, non può e non deve farsi prendere a pallate da un grande avversario in una competizione mondiale, come successo nella precedente sfida. Diciamo poi che l’ambizione della Juventus non può essere solo quella di fare bella figura e di ben presenziare, sta scritto nel Dna bianconero che ciò che serve è solamente vincere: chiaro che le forze in campo saranno dispari e fortemente appannaggio dei Galacticos, ma provare a sovvertire i pronostici è un compito che Madama deve assumersi come un diktat e come una missione vera e propria. Alla Juve servirà un'intensità fisica importante che solo i titolari possono provare a scaricare sul terreno di gioco, mantenendo la testa lucida e quegli equilibri che appaiono basilari per restare in partita, giocandosi le proprie carte al meglio.Il compito appare proibitivo per accedere ai quarti di finale della competizione, ma la Juve può e deve giocarsela, offrendo una prestazione di ottimo lignaggio, come i tifosi bianconeri si augurano. In un torneo mondiale non può bastare fare una bella figura ed uscire dal campo tra gli applausi per una performance convincente, quello è un mantra consolatorio proprio delle piccole squadre; la Juve invece dovrà provare a fare di tutto per vincere, esprimendo le residue risorse energetiche che fluttuano tra i muscoli e il cervello, attingendo a fattori che richiamano a calma, pazienza, coraggio e orgoglio. Solo così Madama potrà avere possibilità di giocarsi al meglio la gara, mantenendo vive le probabilità di superare il turno contro un avversario terribile come il Real Madrid. Non basta rappresentare la Juventus come casacche e stemma sul petto da mostrare sul campo, servono le stimmate, quelle originali, per agire e giocare da Vera Juve. Quella Vera Juve che tutti i tifosi auspicano di vedere, e che serve recuperare quanto prima, sin da stasera all’Hard Rock Stadium di Miami.

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