Per ora basta la solidità, ma…

Contro il Genoa la Juventus di Igor Tudor ha dato continuità a quanto visto nel precampionato e alla prima ufficiale contro il Parma. Vittoria e clean sheet, seconda di fila, sono un’ottima notizia per la Vecchia Signora, soprattutto considerato che contro questo Genoa e a Marassi è molto difficile per tutti fare punti. L’approccio onestamente non mi è piaciuto: complice anche la pressione alta della squadra dell’ex Patrick Vieira, nei primi minuti la Juve è parsa impacciata, quasi intimidita.
Non è un caso, infatti, che la prima occasione nitida da gol l’abbia avuta il Grifone, approfittando delle difficoltà difensive di Joao Mario, schierato per giunta sul suo versante debole. Prima dell’intervallo, però, qualche lampo di Thuram (altra prestazione di categoria superiore la sua) e di Yildiz hanno consentito alla Juventus di rialzare la testa, anche se si è trovata di fronte un ex Leali molto attento. L’estremo difensore è stato prima miracoloso su Gatti, poi bravo su Yildiz, anche se la corta respinta poteva essergli fatale se solo David fosse stato più preciso.
Nella ripresa il Genoa è parso pagare fisicamente lo sforzo della pressione alta del primo tempo, anche se la Juve ha fatto ben poco per affondare. Serviva un episodio per sbloccare la gara e infatti è arrivata la rete del subentrato Vlahovic, perfetto dal punto di vista del tempo e della tecnica nello stacco aereo sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Si tratta di una soluzione che può portare punti pesanti e che la Juve non sfruttava a proprio favore ormai da tanto tempo. Il resto, fino alla concitazione dei minuti finali, con un recupero allungato ingiustificatamente di 2 minuti oltre il segnalato, è stata normale amministrazione.
In definitiva, è stata ancora una volta una Juve compatta e solida, spesso anche con un blocco basso, ma che ha confermato quanto sia difficile da scardinare. Per il resto, in fase di impostazione manca qualcosa dal punto di vista qualitativo, lo si sapeva, e non basterà il solo Zhegrova a colmare le lacune. Conceicao nel ruolo non suo di trequartista viene depotenziato del 40-50% rispetto alle sue caratteristiche, mentre Joao Mario ha bisogno ancora di lavorare per capire come si debba difendere in Italia. C’è ancora tanto da lavorare, ma l’impressione è che questa squadra non sia troppo migliorabile: se i piedi sono quelli, devi girare sempre a mille per portare a casa le partite e non sempre sarà possibile.
Al momento il bicchiere è mezzo pieno: punteggio pieno, porta inviolata e squadra che ha unità di intenti. Con un po’ di fortuna e qualche incastro con i risultati delle altre, forse si potrebbe anche ottenere di più di una qualificazione alla Champions League. Vedremo…
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