Lo Stadium festeggia il 14° compleanno con il big match contro l’Inter

La casa della Juventus, la casa di tutti gli juventini del mondo. Questa, in sintesi, la formula varata l’8 settembre del 2011, quando venne inaugurato lo Stadium, tra momenti toccanti, commoventi, celebrativi e sensazioni, frammenti, immagini, fotografie ormai diventate icone immarcescibili, votate all’infinito, come la ultrasecolare storia della Madama bianconera. Lo Stadium come nuovo simbolo della juventinità, lo Stadium come catino calcistico di sola ed esclusiva proprietà della società della Vecchia Signora, un vanto, un orgoglio, un atto rivoluzionario: lo stadio di proprietà in un Paese che conta, purtroppo ancora oggi, su infrastrutture sportive e dedicate al calcio vetuste, superate e fatiscenti, a causa di una mentalità paleolitica, tutta italica. Lo Stadium una vera perla, un impianto che meriterebbe di essere annoverato come fiore all’occhiello, come tratto distintivo e di fierezza per un intera nazione, ma in questa Italia tutto ciò che è marchiato Juventus manda in deliquio i tifosi zebrati e viene polemizzato, messo alla gogna e disprezzato da chi non tifa per i colori di Madama. Benedetto allora quel 8 settembre di 14 anni orsono, quando con una scenografica cerimonia d’inaugurazione, con il taglio del nastro dell’allora Presidente Andrea Agnelli, la Juventus ha presentato al mondo intero il suo nuovo stadio, la sua nuova casa, il suo nuovo cuore pulsante. Esattamente in quel momento si sono avverati gli sforzi prodotti per oltre un decennio dalla società, dotando il club di un impianto moderno e funzionale, unicamente dedicato al calcio e ai tifosi, regalando a chi vi accede un ambiente tranquillo e sicuro, con servizi dedicati.
Poi nei giorni senza gare dei bianconeri, lo Stadium prende vita con tantissime iniziative legate ad eventi, intrattenimento e business extracalcistici, per far sì che l’impianto possa vivere in maniera autonoma e sostenibile, come si è prontamente verificato in questi 14 anni. Il futuro sposato con il presente e la capacità di far vivere lo Stadium sette giorni su sette, il tutto regalando sensazioni vivide e sussultanti a chi ha il cuore marcato Juve, anche solo avvicinandosi o ammirandolo dalle vie adiacenti. Impossibile dimenticare una certa campagna stampa e molte opinioni miopi all’atto dell’inaugurazione, con tanto di ammiccamenti ironici, accuse infondate sui materiali usati e le strutture appena costruite, una narrazione fallace, vigliacca, ricca di invidia nei confronti di chi stava per celebrare l'inizio di una larga fetta di futuro e di nuove concezioni legate al calcio. Poi smaltita la sbornia di sensazioni contrastanti, in tantissimi si sono resi conto che il futuro passava proprio di lì, e allora alcuni club italiani, anche assai celebrati, hanno inteso il profondo significato dell’avere a disposizione uno stadio di proprietà, cercando di ricalcare il modello Juve. Ma il percorso per molti di loro si è rivelato accidentato e complicato, difficile ed estremamente lungo e laborioso, tanto che, ad oggi, nel nostro Stivale pallonaro, si contano solo cinque stadi di proprietà: oltre all’Allianz, quello di Udinese, Sassuolo e Atalanta, più un paio legati a squadre che militano in serie inferiori come il Frosinone. Su 129 stadi presenti nel Belpaese, quelli esclusivamente appartenenti ai club sono solamente un risicatissimo manipolo. Una situazione paradossale e goffa per un movimento pedatorio come quello italiano. Lo Stadium poi, oltre a diventare scenografia perfetta per tutto il popolo juventino, ha portato anche parecchia fortuna, e su quell’erba circondata da folle festanti, la Juve ha festeggiato un record inimmaginabile e impossibile da ripetere per altri, come quello dei 9 tricolori consecutivi.
Con gli spalti a recitare un ruolo da reale protagonista, il fatidico dodicesimo uomo in campo, per passione, tifo, sostegno e amore sconfinato. Tante vittorie sul rettangolo di gioco e una festa ininterrotta sulle gradinate, progettate e costruite alimentando effetti acustici in grado di enfatizzare cori e canti, capaci di incutere timore e riverenza negli avversari, cosa sistematicamente avvenuta nei primi anni di entusiasmo sfrenato all’interno del nuovo catino. Certo ci sono stati anche momenti non brillanti, come accaduto negli ultimi campionati, con l’accadimento più negativo registratosi lo scorso 9 marzo, quando a causa della pesantissima umiliazione interna inferta dall’Atalanta per 0-4, il pubblico si è trasformato in un lento e amarissimo sciamare, lasciando ampi tratti di gradinate vuoti e mestamente tristi. E proprio da quel momento è ripartito nel board Juventus l’idea di ricostruzione del progetto e di recupero della competitività che tutti i fans zebrati, si augurano, possa avverarsi il più in fretta possibile. Intanto sabato prossimo, dopo l’attesa interminabile per la pausa della Nazionale, la Juventus torna finalmente in campo in un big match che non ha bisogno ne di ulteriore letteratura e nemmeno di presentazioni. Arriva l’Inter, sorprendentemente sotto di tre punti rispetto alla classifica dei ragazzi di Tudor, sin qui a punteggio pieno, con la squadra di Yildiz e compagni chiamata a proseguire nel buon cammino intrapreso nelle prime due giornate. I motivi di interesse, oltre alla gara vera e propria che nella testa di tutti è solamente da vincere, sono legati a chi dei nuovi acquisti, Zhegrova e Openda, riuscirà a ritagliarsi un debutto davanti ai propri tifosi, e la scelta di Tudor legata alla sostituzione dello squalificato Cambiaso. Alla spicciolata stanno facendo ritorno a Torino i probabili titolari chiamati nelle loro rappresentative nazionali, poi starà a Mister Tudor verificarne forma e condizioni per cercare di schierare una formazione energica, affamata, generosa e volitiva per battere i vice campioni d’Europa nerazzurri. La Juve, dopo un inizio di campionato molto buono che ha mostrato identità e fame, non ha nessuna intenzione di fermarsi. Men che meno contro avversari che sono diventati, da parecchio tempo, la cosiddetta Partita da vincere a tutti i costi. Lo Stadium sarà esaurito in ogni ordine di posto, un sold out pronto a spingere i ragazzi bianconeri verso un risultato che tutti auspicano, con la speranza di rivedere e risentire uno Stadium effervescente e carico, percorso da una passione vulcanica e bollente che possa aiutare la concretizzazione di un solo obiettivo: la vittoria.

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