Caro Mister chiediamo...scelte logiche e piu' coraggio

Giovanni Drogo è un sottotenente che viene inviato in una lontana fortezza nel deserto poiché stanno arrivando i terribili tartari. Insieme ai suoi compagni, ogni giorno custodisce la fortezza, preparandosi all'ipotetico ed imminente attacco. Eppure, i tartari non arrivano, ma i soldati continuano il loro addestramento. Un giorno Drogo torna in città ma la sua testa è sempre là, a quei Tartari che devono attaccare la fortezza. Drogo tornerà nel deserto, aspetterà i Tartari che finalmente si paleseranno, ma qualcosa non sarà come immaginato durante gli addestramenti. Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati è sicuramente un interessantissimo libro che pare la perfetta parabola di Tudor nella nostra Juventus di questi tempi, unico contento del primo tempo contro i bergamaschi, peraltro sotto 0-1, senza 6 titolari ( loro), e venuti a casa nostra a tentare il colpaccio.
L'ennesima partita del sabato alle ore 18:00 anche questa volta ha dimostrato come il tenente Igor e tutta la sua truppa si siano effettivamente allenati per contrastare un nemico sicuramente molto più forte sulla carta di quanto ho dimostrato sul campo, ma noi irrimediabilmente più deboli di quanto effettivamente potevamo immaginarci da quando lo stesso tecnico croato sostituì l'esonerato Motta ( tanto per dire 24 tiri contro 12 e loro alla prima azione ci bucano con un gol da manuale…)
Sembra quasi che le lancette del tempo siano tornate allo scorso anno. Evidentemente, fare le cose semplici e routinarie non è a far nostro , non è piglio di questa squadra che cerca sempre più forse giocate clamorose a situazioni lineari, col semplice scopo di migliorare le classifiche bugiarde degli scorsi anni a qualcosa di più consono al nostro blasone.
Se nel precedente turno di campionato, a Verona abbiamo gettato la vittoria alle ortiche per un secondo tempo regalato, e non cito volontariamente nessuna alchimia arbitrale, questa volta essere partiti a razzo, più decisi, più motivati ma totalmente spuntati e deboli nelle zone nevralgiche, ci ha fatto gettare altri punti nella nebbia, che si è compattata intorno a una squadra che non sa ancora ritrovarsi.
È vero che si è dominato una partita, ma è anche vero che dopo aver subito l'ennesimo goal alla fine del primo tempo non siamo usciti dagli spogliatoi all'arma bianca, ma timidi e col cappello in mano, ci siamo presentati nuovamente privi di quella caparbietà e di quella volontà che devono essere elementi fondamentali del nostro armamentario.
Ci resta un profonda amaro in bocca, perché permane la consapevolezza di una squadra che fa fatica tremendamente a trovare gioco, quando non è in campo Locatelli, ed anche la sensazione che ci piomba da tutte le direzioni, che si voglia necessariamente avviare una dicotomia di squadre e di formazioni, una per il campionato ed un averla coppa.
Ritengo che al momento non ci sia quella sufficiente maturità da un lato e forza fisica dall'altro per permetterci questo lusso e se è vero che i giovani debbano giocare e dalla loro sfrontatezza sia nata la vittoria sull'Inter, e anche vero che dalla loro poca maturità (giusta …inequivocabile…) si sia generata la quasi sconfitta contro una formazione che è quella dell'Atalanta, sicuramente meno forte degli ultimi 10 anni.
È vero che non abbiamo una squadra da scudetto , è vero che non abbiamo una squadra che alla lunga potrà probabilmente competere per il tricolore però preparare i nostri soldati verso il nemico che dovrebbe appalesarsi , ci pare una necessità comprovata… Ed il vero nemico non era né il Verona né l'Atalanta ma inizia ad apparire all'orizzonte, domenica sera dove ci opporremo al Milan e alcuni ex( ed un folletto di 40 anni che ci farà girare la testa).
Appare anche abbastanza chiaro che presuntuosamente puntare sul ritorno di Bremer come unica soluzione possibile alla conquista dei posti che meritiamo, sembra oltre che un pretesto infruttuoso anche oggettivamente una mancanza di praticità, perché sia lui che Thuram, sono apparsi fisicamente meno rocciosi e molto più stanchi, come se dalla partita di Verona non ci fossimo neanche lontanamente accorti di questo disagio. Sicuramente migliore è apparso per una buona mezz'ora Koopmeiners, ma ancora decisamente opaco rispetto alla Gemma che abbiamo più volte ammirato a Bergamo. Nelle ultime partite, inoltre mi è sembrato di rivedere lo spettro dell'anno scorso di Motta nelle sembianze di un allenatore che non pare abbia piena voglia di parlare con i giornalisti, nelle formazioni quasi obbligate, nella voglia di dover stupire a tutti i costi (vedasi Kalulu a tutta fascia destra e Cambiaso regista), tutte scelte che evidentemente creano dei vortici tattici per menti sopraffine che evidentemente non abbiamo.Ed anche per citare il piano atletico, a momenti atterrerà sul nostro pianeta un director performance chiamato Darren Burgess, ( se leghera' ad uno sgabello Alfieri-Teun non lo sapremo, ma lo immagino cosi) riconosciuto e stimato come uno dei più importanti performance manager del mondo che porta con sé oltre 25 anni di esperienza internazionale nella leadership sportiva. Credenziali accademiche e curriculum a parte speriamo che la nomina di Darren possa significare un decisivo passo avanti nell'impegno della nostra squadra verso l'eccellenza nelle prestazioni, l'innovazione ed il benessere dei propri atleti. Detto ciò dovrebbe anche picconare come Cossiga sulla nostra mentalità e ad esempio aiutare il nostro allenatore a far uscire dagli spogliatoi 11 Leoni che mantengano alta , per 98 e più minuti, la voglia di andare a strameritare una vittoria ( che poi è quello che nei mesi scorsi avevamo sognato anche quando veniva accostato alla nostra squadra il celebre Pintus, ma sappiamo poi perché anche egli non è approdato sulle nostre sponde).
Ultima chiosa sulla partita di Champions col Villareal, dopo un primo tempo di streghe sulle scope, abbiamo apprezzato il cambio piu’ logico che porta i frutti sperati, ed anche stavolta il rimandato e’ Koop( e permettetemi, con tutto il bene ed il rispetto, un po' anche Tudor che pecca in poco coraggio)
Casualita’? Fato? Fortuna? Vorrei dire davvero che ci siamo sbagliati tutti ma forse non si e’ sbagliato nessuno… non ad esserci persi i Tartari ma ad insistere e predicare nel deserto.
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