Finale di SuperCoppa: vincere per spazzare le critiche

Finale di SuperCoppa: vincere per spazzare le criticheTUTTOmercatoWEB.com
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martedì 11 gennaio 2022, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti

Ecco il primo trofeo di stagione, quella SuperCoppa italiana che originariamente si sarebbe dovuta giocare in piena estate, succoso antipasto del campionato. Poi lo spostamento a San Siro il 12 gennaio, dopo il fallimento della trattativa per giocare lontano dal nostro Paese, e il tentativo voluto dai due club e bocciato dalla Lega, di procrastinare a fine stagione la disputa dell’evento. Domani, quindi, scoccherà l’ora di Inter-Juventus, in una fredda serata di gennaio che, ci si augura, clemente sotto il profilo squisitamente atmosferico. La Juve giunge all’appuntamento in piena emergenza, De Ligt e Cuadrado squalificati, Chiesa pronto ad entrare in camera operatoria per la ricostruzione del legamento crociato del ginocchio sinistro, Bonucci a mezzo servizio, Danilo non ancora disponibile, Szczesny out per il vaccino, insomma mancheranno incastri fondamentali all’undici bianconero.

Ma la sfida appare assai affascinante e non ha nemmeno bisogno di stimoli nell’essere preparata, quando l’avversario si chiama Inter si rimescola un mondo di pensieri, vittorie e veleni che sfrecciano direttamente dal passato. Il primo trofeo che si assegna racchiude in sé un assioma, chi lo vince fa appena il suo dovere, chi lo perde verrà sommerso da tante critiche. Se poi dovesse essere la Juventus a piazzarsi sul secondo gradino del podio, cosa che nessuno si augura, sarebbe bufera, o per meglio dire, continuerebbe il pandemonio di critiche a getto serrato verso tutto e tutti. Come accade da inizio annata, visto il basso rendimento della compagine di Allegri. Eppure la finale di SuperCoppa è una classica gara da maglie bianconere a strisce, quelle casacche che quando c’è da non mollare, contro eventi, assenze e un briciolo di sfortuna, sanno farsi valere e vendere carissima la pelle. Un po’ come recita il motto juventino, rialzando la testa e sfoderando prove di assoluto valore. Juventus che arriva sfavorita alla finale contro i Campioni d’Italia nerazzurri, con in più tante pedine pesanti fuori dal rettangolo erboso dalla partita.

Alcune scelte da parte del Mister appaiono scontate e obbligate, la coppia di centrali difensivi, i terzini, mentre a centrocampo, e in parte in attacco, qualche alchimia in più sarà alla portata. Una vittoria lascerebbe l’ambiente tranquillo, dopo la rocambolesca affermazione esterna contro la Roma, e lo galvanizzerebbe per affrontare al meglio un mese già difficile, ulteriormente complicato dagli eventi. Al contrario, un’eventuale caduta, significherebbe ripiombare nel baratro delle critiche feroci da parte di opinione pubblica e tifoseria, che non si attendeva una metà di stagione brutta e poco confortante. O per meglio precisare, qualche frangia di opinione pubblica magari la auspicava e oggi non vede l’ora di sguazzarci comodamente.

La Juve è chiamata alla grande performance, con un match edificato su cuore, battaglia e sacrificio; “Fino alla Fine” non può rappresentare solo un’espressione ostentata sui vessilli bianconeri sventolanti, ma deve diventare un diktat per ogni interprete che indossa la maglia. La Vecchia Signora alla Scala del calcio ha l’occasione per dimostrare che i momenti critici temprano gli animi e possono tramutarsi in opportunità. Magari alzando il primo trofeo di una stagione travagliata, che passa da ricostruzione e reindirizzo degli obiettivi, quelli dati per scontati da molti.